
Le prove di Ayumi, per rendere il suo fuoco, continuano, ma la stoffa che sta usando come lingua di fuoco tocca le fiamme del falò, che lei stessa ha acceso, e si brucia, anche lei sta per bruciarsi e quindi lascia andare la stoffa di scatto. Nello stesso istante arriva Hamil, il fotografo francese, con il suo interprete/assistente, Masao. Ayumi è visibilmente contrariata della loro presenza e ripete che non desidera essere fotografata. Hamil le ricorda che gli aveva detto che avrebbe potuto fotografarla se l’avesse trovata bella anche sudata e sporca, com’è infatti in quel momento, e avendola trovata bella lo stesso si è permesso di fotografarla. Questo la fa imbestialire ma ne approfitta per chiedergli secondo lui cosa lei stesse facendo. Ad Hamil lei è sembrata il fuoco, quindi la ragazza asserisce che è proprio la prova del fuoco che sta provando e gli spiega anche delle altre prove. Riprende quindi con un’altra sciarpa ad imitare il ritmo del fuoco e si ribrucia, la lancia lontano ma sta per colpire il fotografo, al ché la ragazza si arrabbia accusandolo di intralciare il suo lavoro. Riprende le prove e questa volta per evitare il fuoco si butta di lato sbattendo la spalla sinistra per terra, ma il fuco l’ha comunque bruciacchiata. Hamil, che si era allontanato per non disturbarla, accorre per aiutarla. Lei rimane interdetta dall’ostinazione del fotografo e gli spiega perché anche lei sia così ostinata a provare e riprovare senza risparmiarsi. Vuole diventare l’elemento, quanto Maya è diventa il vento.
Anche Maya sta pensando alla sua prova. É notte, lei è accovacciata di fronte alla stufa accesa e ha una coperta che l’avvolge dalla testa fino a terra. Questa volta vuole interpretare il ruolo di Oshichi, una donna che brucia d’amore, e pensando all’amore le viene in mente Masumi. Si dà della pazza e in quel momento una falena si avvicina troppo al fuoco della stufa e si brucia. Ripensa quindi ad Oshichi e prova a bruciare un pezzo della coperta. Con la stoffa in fiamme si cala nel personaggio della donna innamorata che vuole rivedere ad ogni costo il suo Kichiza, l’uomo che ama. Pensando a Kichiza ripensa a Masumi e cerca di scacciare quel pensiero, ma la coperta sta per bruciarsi completamente e lei non riesce più a sopportarne il calore, quindi la getta via. Capisce che il cuore della donna si è consumato per Kichiza esattamente come quella coperta ormai cenere.
É arrivato il giorno della prova del fuoco di fronte alla Signora Tsukikage e Hamil è presente con Masao. La Signora li presenta e vede che Ayumi già li conosce. Hamil afferma immediatamente che non ha intenzione di scattare foto per non distrarre Ayumi.
Ayumi è la prima, si prepara con il registratore e un paio di foulard. La sua interpretazione è come un fuoco che danza e cambia forma di volta in volta. Le capacità della ragazza in fatto di danza sono come al solito impeccabili e Maya ripensa a questo vedendo nella rivale il fuoco stesso. Hamil è entusiasta ed ammette, senza vergogna, che anche lui si farebbe bruciare da un fuoco simile.
Ora tocca a Maya che si prepara con un kimono in testa che poi allaccia senza infilare una manica. Ha l’aria depressa. Tsukikage ha un attimo d’interdizione, poi Maya comincia a recitare le battute di Oshichi e la Signora capisce che Maya sta proprio recitando la parte di Yaoya Oshichi e non sa capire come mai la ragazza abbia preso proprio quel modello per rendere il suo fuoco. Anche la Signora a suo tempo interpretò lo stesso ruolo per il tema del fuoco che le diede Ichiren. Maya come al solito è bravissima nei monologhi e in particolar modo nella pantomima e quindi rende la sua interpretazione più che perfetta. Si sta arrampicando su una torre di guardia e ne suona la campana per annunciare il fuoco nel quale brucia lei stessa per rivedere l’amato. I presenti rimangono sorpresi ed emozionati dalla recitazione di Maya e Ayumi pensa che non sapeva si potesse rendere il fuoco in quel modo e si sente una volta di più sconfitta. La Signora dichiara chiusa quella prova dicendo che entrambe hanno capito l’elemento, ma ognuna delle rivali, pensa a quanto sia stata bella l’interpretazione dell’altra.
In seguito, la maestra le porta vicino alla cascata e annuncia che il prossimo tema sarà l’acqua e quello il loro palcoscenico. Poi la Signora chiede a Maya come mai abbia scelto quel tema e la ragazza risponde che gliel’ha suggerito un vecchio Signore incontrato in città, Tsukikage sorpresa pensa subito sia stato Eisuke, ma non è del tutto convinta. Mentre sta pensando a queste cose, l’interprete di Hamil le chiede come mai le ragazze stiano facendo quelle prove e perché. La Signora spiega che l’importante di quelle prove non è il risultato ma il percorso e a questa risposta sibillina e senza altre spiegazioni, Hamil non capisce. Le ragazze sono ormai prese dal loro nuovo tema e assorte guardano la cascata.
Sakurakoji, intanto, si sta dirigendo dallo scultore Kaikei convinto di trovare un Isshin in carne ed ossa, visto che ha scolpito una statua così bella da emozionare. Ma al suo arrivo scopre che il Signor Seiji Yamamoto, lo scultore Kaikei, non è altro che un impiegato comunale, per quanto un capoufficio. Questo pensa che Sakurakoji sia andato in comune per un colloquio di lavoro ma spiegandogli il motivo della visita l’uomo si rifiuta di aiutarlo. Il ragazzo, caparbio, si apposta giorno dopo giorno davanti al comune per chiedere al Signor Seiji di fargli da maestro. Finalmente un giorno accetta e Sakurakoji vive con la famiglia Yamamoto per immedesimarsi in Isshin. A cena spiega allo scultore e alla moglie la vita di Isshin e il perché lui sia arrivato fin da loro. In serata, Kaikei lo porta nel suo laboratorio, una stanza adibita al suo hobby di scultore. Gli inizia ad insegnare i rudimenti di scultura dandogli scalpello e cesello. Il ragazzo è contento di essere stato ben accettato dal Signor Yamamoto e dalla sua famiglia: moglie e due figlioletti. Kaikei è un uomo semplice, ha la sua casa, il suo orto e perfino le sue galline, e il tutto viene accudito amorevolmente da tutti i membri della famiglia, ma Sakurakoji non capisce dove un uomo simile possa tener nascosta la sua anima di artista. I giorni passano e il ragazzo è sempre più addentro alla vita familiare. Pensa a Maya e alla Dea Scarlatta e continua ad esercitarsi nella scultura del legno. Anche il Signor Yamamoto sta per iniziare una nuova opera, ma non ha ancora bene in mente cosa fare, o meglio nel blocco di legno ancora non vede il soggetto giusto da rappresentare. Sakurakoji non capisce, il suo maestro ogni sera, prima di andare a dormire, passa del tempo nel laboratorio, scolpisce qualcosa per tenersi in esercizio e allo stesso tempo pensa a cosa tirar fuori dal blocco di legno. Sta aspettando l’ispirazione giusta, il momento in cui sia il blocco stesso a dirgli, urlargli, che tipo di statua scolpire. Una mattina la Signora Yamamoto chiede a Sakurakoji di portare in municipio qualcosa che il marito ha dimenticato e qui il ragazzo scopre un altro lato del suo maestro: è una persona buona che cerca sempre di aiutare gli altri. Una ragazzina ha chiesto lo stato di famiglia per accertarsi di essere stata adottata o meno, ma ovviamente per l’età e la privacy non le è stato consegnato. A questo punto il Signor Seiji le fa capire che l’amore dei genitori non ha nulla a che fare con la parentela biologica e che anzi se sapessero della sua tristezza, ne rimarrebbero sicuramente male.
A casa capita un altro episodio simile. Due coniugi che stavano per divorziare sono andati a ringraziare il Signor Yamamoto che ha dato loro tanti consigli utili che alla fine non solo non hanno divorziato ma hanno avuto anche un bambino. Alla richiesta di spiegazioni del ragazzo, il maestro spiega che vivere a contatto della gente lo fa avvicinare maggiormente a Budda e quindi a capirlo meglio, in modo tale da riversare tutte queste esperienze nella sua arte. Dopo aver pensato a queste cose, il lato dello scultore emerge e decide cosa far nascere dallo sterile blocco di legno.
Il suo rituale prima di scolpire una statua votiva è molto metodico: si purifica il corpo con un bagno e la bocca con gli sciacqui salini, indossa la veste appropriata e inizia a lavorare con tanta fermezza da cambiare completamente espressione e carattere. La cosa non passa inosservata a Sakurakoji che finalmente vede nel buon impiegato comunale il Maestro Scultore Kaikei e, nella sua bravura e impegno, l’aspetto di Isshin. Parlando con il maestro capisce quindi che bisogna sentire il Budda nel cuore così come Isshin aveva a cuore la Dea Scarlatta.
Intanto, l’autista di Eisuke lo aggiorna sulla prova di Maya e il vecchio Hayami se la ride di gusto pensando alla faccia di Chigusa. Decide quindi di partire per il paese dei susini e vedere le prove di Maya sul tema acqua.
Mentre sono in viaggio la macchina si guasta e siccome il telefono non prende bene, l’autista va a piedi fino al villaggio più vicino a chiedere aiuto. Scoppia un temporale e il terreno diventato fangoso fa precipitare in un burrone l’auto con dentro il Signor Hayami.
A Tokyo, Masumi viene informato dell’incidente.
Maya cerca la sua acqua e la ritrova in ogni cosa che vede: arcobaleno, nuvole, nebbia, pioggia; è tutta acqua nelle sue trasformazioni tanto da essere forte quanto un fiume in piena che trasporta senza problemi tronchi enormi.
Anche Ayumi è alle prese con l’acqua e ne deduce che è fonte di vita per gli uomini, per gli animali e le per le piante, ma senza possono morire come i pesce pescati e agonizzanti.
Intanto le ricerche del vecchio Hayami continuano. L’auto è stata recuperata senza il corpo e di Eisuke non si sa più nulla. Masumi è presente, si è precipitato immediatamente e dirige le squadre di ricerca. La Signorina Mizuki, lì presente, non si capacita del fervore del suo capo ma Masumi sta pensando che la sua guerra con quell’uomo non può finire così.
Si fa sera e Maya prima di tornare a casa si è fermata su un prato a ripensare alla sua interpretazione. Si sdraia e si accorge che nel cielo sereno si vedono bene le stelle e le sembra di stare in mezzo alla Via Lattea, dimenticando tutte le brutte cose.
Masumi sta tornando in albergo. É in macchina e sta pensando a tante cose: al padre, alla Dea, a quel luogo. Poi guarda fuori e vede anche lui le stelle e dice all’autista di fermarsi.
Maya ripensa al planetario, al Signor Hayami e a quanto vorrebbe che anche lui fosse lì a vedere quel cielo, ma un po’ si vergogna per quel pensiero e diventa tutta rossa.
L’autista chiede a Masumi se sia proprio sicuro di volersi fermare lì e rispondendo di sì, si accende una sigaretta guardando il cielo dal ciglio della strada. Pensa a quanto sia inopportuno in un momento simile e poi il suo sguardo viene preso da una figura sul prato.
Maya sta guardando una stella cadente ma non riesce ad esprimere abbastanza in fretta il suo desiderio, affermandolo ad alta voce. Dietro di lei una voce le chiede cosa avesse desiderato e la ragazza rimane sorpresa nel scoprire il Signor Hayami in quella voce. Gli chiede cosa ci faccia lì e lui risponde con delle scuse per averla disturbata nelle sue osservazioni astronomiche. Si siede vicino a lei dicendo che non avrebbe mai pensato di trovarla lì. Maya invece pensa a lui come suo ammiratore, è imbarazzata e tutta rossa.
Masumi ha l’aria pensierosa e un po’ triste. Le dice che non avrebbe mai immaginato di vedere le stelle in quel luogo insieme a lei e aggiunge che un cielo, così bello, se lo era ormai quasi dimenticato. Le chiede se si ricorda che un giorno le aveva detto che gli sarebbe piaciuto vedere il cielo stellato nel paese della Dea Scarlatta. Maya abbozza un timido sì e lui continua ammettendo che il suo desiderio si è avverato.
Maya si fa coraggio e gli chiede di slancio cosa ci faccia lì e lui risponde che sta cercando una persona. Le racconta quindi del padre, partendo dal suo amore per la Dea Scarlatta usando la metafora del “Generale Millepiedi” che divora l’albero di susino per renderlo suo ma senza riuscirci. Maya capisce che sta parlando del padre e Masumi spiega che tanto, prima o poi lo avrebbe saputo.
Maya starnutisce e Masumi le mette la sua giacca sulla testa. La ragazza è sorpresa da quel gesto ma l’uomo ritorna a parlare del cielo e le indica qualche stella, anche Maya ne conosce qualcuna e riconosce l’Orsa Maggiore stupendosi di come sta conversando pacificamente con il Signor Hayami. Lui la vede assorta nei suoi pensieri e le sorride, imbarazzando ancora di più la ragazza. Maya cambia discorso facendo notare quanto lui conosca le stelle e Masumi si giustifica con il fatto che da piccolo andava spesso al planetario. Maya si fa coraggio e confessa che non avrebbe mai immaginato di parlare così proprio con lui. Anche lui è sorpreso, è la prima volta che parla con qualcuno in quel modo e le spiega che lì con lei si sente sereno e i problemi di lavoro o di suo padre disperso, in quel momento non lo interessano. Maya lo guarda incredula e lui cambia discorso dicendo che si è fatto tardi ed è ora di andare, ma Maya non ci pensa nemmeno: lei è arrivata lì prima di lui e non ha intenzione di andarsene perché lo dice lui. Allora anche Masumi non accenna ad andarsene, anzi si sdraia sul prato e le dà della ragazzina testarda. Anche Maya si sdraia e gli dà dell’uomo invadente. La guarda attonito e Maya continua parlando delle stelle e di quanto siano belle. Fissano tutti e due il cielo e si sentono come galleggiare in esso talmente è immenso.
Masumi si gira verso di lei tenendo le mani incrociate dietro la nuca e le chiede se abbia paura di lui. Maya risponde che le fa paura ma resta lì con lui perché tanto è abituata. Lui se la ride e Maya vuole sapere il perché, Masumi ammette che lei ha sempre la meglio su di lui e continua dicendo che nessuno si potrebbe immaginare che in quel momento lui è disteso su un prato a guardare le stelle con una ragazzina. Cambia subito discorso chiedendo come vadano le prove per la “Dea Scarlatta” e lei spiega le prove sugli elementi che stanno interpretando. Masumi continua dicendole di impegnarsi perché in molti hanno aspettative su di lei e qui Maya cerca in tutti i modi di comunicare con il suo ammiratore. Dice a Masumi che lei interpreterà la Dea Scarlatta per il suo ammiratore, vuole che sia soddisfatto e gli elenca tutto il bene che le ha fatto aggiungendo che il suo primo spettatore deve essere lui perché lei sta aspettando che si riveli. Masumi è scioccato. Riesce a mantenere il suo sangue freddo dando al famoso ammiratore del fortunato, in quanto è tenuto così in considerazione da parte sua. Maya riesce solo a ripetere il nome del Signor Hayami ma una stella cadente li distrae nuovamente. Maya non riesce ad esprimere il suo desiderio e Masumi aggiunge che invece il suo è irrealizzabile e decide che è arrivata l’ora di andare. Si alzano e Maya sta per cadere, al ché Masumi le offre il suo aiuto e l’accompagna fino alla macchina tenendola per mano. La ragazza si accorge di quanto sia calda la mano di Masumi e ripensa a lui come ammiratore, ripensa al perché debba essere proprio lui, al perché non si riveli e a quale ragione lo faccia nascondere. Ripensa alla sua mano calda e aggiunge che vorrebbe non finisse mai quel cielo stellato.
Arrivano al vecchio tempio, dove risiede Maya. Prima di andarsene, le dice che vorrebbe vedere la sua Dea Scarlatta proprio in quel luogo e la saluta chiamandola nuovamente ragazzina. Maya pensa che ormai lei non è più una ragazzina e si dispera per il fatto che lui sia il suo ammiratore. Masumi si allontana nella notte pensando al padre.
Il giorno seguente le prove sull’elemento acqua continuano. Gli elicotteri che stanno cercando Eisuke continuano a girare. La Signora Tsukikage ormai sa che quell’uomo disperso era nei paraggi e quindi la sua supposizione era giusta: è stato lui a dire a Maya di Oshichi. Anche le due rivali li vedono sorvolare la zona e Maya capisce che ancora non hanno trovato il padre di Masumi. Un fatto cattura la sua attenzione: una signora sta sgridando dei bambini, perché stanno molestando delle tartarughe di fiume e dice che se non la smettono Ryujin li punirà. Maya chiede che divinità sia Ryujin e la signora le spiega che è il Dio dell’acqua dalla forma di Dragone. Tutto ciò che è acqua è sotto il dominio di Ryujin, anche le nubi che lui richiama per far piovere. A questo punto Maya decide cosa interpretare.
Anche Ayumi è in cerca del suo ruolo per l’acqua e lo ricollega all’amore: così come l’acqua mantiene la vita, l’amore è la vita per gli umani. E pensando sul tema amore e acqua si ricollega alla favola della “Sirenetta” che per amore si è trasformata in spuma di mare.
A fine giornata le due ragazze tornano a casa stremate e assorte nei propri pensieri. Tsukikage è contenta e Hamil inizia a capire quanto sia importante il percorso per giungere alla “Dea Scarlatta”.
Un altro giorno, altre prove. Maya vuole capire meglio il personaggio e si dirige verso la valle dei susini passando per il ponte sospeso e non sapendo di essere stata vista da Genzo. Inizia a piovere.
Al vecchio tempio della Signora Tsukikage, Masumi sta parlando con la maestra sperando di trovare qualche traccia del padre, ma la donna nega fortemente di averlo visto e che tanto meno lo avrebbe voluto vedere. Lui spiega la dinamica dell’incidente, aggiunge che se anche fosse stato divorato dalle bestie selvatiche, non hanno trovato resti di ossa a comprovarlo e termina dicendo che non fermerà le ricerche finché non lo avrà trovato.
Genzo porta il tè e un dolce lamentandosi del tempo e del fatto che Maya non sia ancora tornata e, che conoscendola, potrebbe fare cose assurde tutta presa dalla recitazione. Masumi decide di andarsene ma prima che parta la donna gli chiede se sia affezionato al padre. Un secco no è la sua risposta.
Per strada, Masumi trova difficile anche guidare con quel tempo e si dirige a piedi verso la valle dei susini pensando alle parole di Genzo su Maya.
Appena entrato nella valle viene preso dalla sua bellezza dove anche la pioggia sembra scarlatta. S’incammina cercando Maya e la vede su un susino sotto la pioggia completamente assorta nella parte. La chiama e lei chiedendo cosa ci faccia lì cade dall’albero, ma lui la prende appena in tempo. Abbracciata al suo grane petto, gli chiede come mai sia lì, Masumi, tenendole la mano infreddolita nella sua e accarezzandole la testa, cerca di spiegarle che è andato a cercarla perché sa quanto lei sia sconsiderata e tanto sciocca da prendersi un malanno in quelle condizioni. Maya non riesce a dire nulla se non “la sua mano. . .” e poi si gira di scatto vergognosa. Masumi le mette in testa il suo impermeabile e s’incamminano alla ricerca di un riparo. Trovano un vecchio tempio, si siedono sugli scalini e Masumi stringe Maya al suo petto chiedendole se senta freddo. Maya non ha freddo e pensa a lui che la sta proteggendo dalla pioggia e dal freddo, pensa a lui come suo ammiratore delle rose scarlatte e lo trova tanto caldo. Il freddo però è intenso e Masumi propone di entrare nell’edificio accostato al santuario. Riescono ad entrare, è molto buio ma c’è una vecchia stufa. Masumi l’accende provocando molto fumo siccome la legna è bagnata e propone a Maya di togliersi i vestiti e metterli ad asciugare tenendo solo l’impermeabile. Lui esce per permetterle di svestirsi e una volta entrato ravviva il fuoco con altra legna togliendosi giacca e cravatta. Maya intanto pensa a quanto si stia prendendo cura di lei e che nessuno è mai stato tanto buono con lei quanto lui e la ragazza lo ha ricambiato solo con l’odio.
Le chiede se abbia freddo ma Maya non ne ha. Piange ripensando a tutte le volte che le sue parole e i suoi gesti, apparentemente ostili e scortesi, in realtà fossero finalizzati al suo bene, e si rende conto di essere innamorata di lui, il Signor Hayami, il suo ammiratore delle rose scarlatte.
Masumi guarda fuori dalla finestra dicendo che la pioggia non accenni a fermarsi e intanto i tuoni rombano nel cielo.
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